 | L’Unità di Ricerca per la Frutticoltura di Caserta (CRA-FRC) è l’erede di importanti e antiche istituzioni dell’Italia meridionale. Nasce a Caserta nel 1968, nella stessa sede in cui nel 1860 Ferdinando II di Borbone fondò, nei pressi della Reggia, l’Istituto Agrario per la ricerca e lo studio della scienza agraria e l’Orto Agrario Sperimentale, sviluppando un’idea di Gaetano Filangieri e ripresa da Gioacchino Murat che aveva creato in ogni provincia del Regno di Napoli le Società di Agricoltura o Camere Agrarie. Secondo il progetto di Re Ferdinando II, l’Istituto Agrario era destinato alla formazione dei giovani “i quali dopo un discreto corso di studi teoretici e pratici ritornassero ne’ paesi natii apportatori di utili conoscenze, e colà insegnassero in qual modo ritrar si convenga il maggior profitto dalle amene ed instancabili terre della Campania" ed a tale scopo gli assegnò un vasto fondo prospiciente l’Appia di 16 moggi (circa ha 5,3), accanto al Palazzo Reale. Oltre agli impegni didattici e formativi interni, l’Istituto Agrario svolse anche attività rivolte all’esterno di ricerca scientifica, teorica e pratica, e di studio. E così, per diversi anni, si realizzarono esposizioni di prodotti "agrari industriali", esperimenti sulla coltura del cotone, indagini sismiche e geologiche. La ricerca era un punto di forza dell’Istituto casertano e lo si capisce dall’importanza della sua biblioteca, che vantava più di 200 opere ed enciclopedie specializzate, preziosa eredità della Real Società Economica, nata nel 1818 a Caserta grazie alla politica riformista inaugurata da Giuseppe Bonaparte e continuata da Gioacchino Murat, con lo scopo di favorire lo studio dell’agricoltura e dare basi scientifiche al lavoro agricolo. Con la nascita delle Camere di Commercio nel 1862, le Società agrarie persero la loro importanza e, nel caso casertano, i beni furono acquisiti dalla Amministrazione Provinciale che si fece carico di proseguire l’attività didattica. Nel 1872, con Regio Decreto, nacque presso la sede dell’Istituto la Stazione Agraria Sperimentale "di prova", istituita sull’esempio di quelle esistenti a Padova e Pisa, i cui scopi istituzionali furono: "a) lo studio geologico dei terreni coltivati e coltivabili delle Provincia; b) l’esame chimico e la determinazione qualitativa e quantitativa dei principali materiali del suolo coltivabile, utili alla vegetazione; c) l’esame chimico e la determinazione sperimentale del valore relativo delle diverse sostanze adoperate come concime, nonché delle piante coltivate per sovescio; d) i saggi comparativi della materia tintoriale contenuta nelle robbie, che si coltivano nei diversi Circondari della Provincia; e) le ricerche sperimentali relative, alla viticoltura, alla coltivazione dell’Olivo e prodotti industriali relativi; f) la propagazione mediante scritti, ed anche con conferenze dei risultati delle esperienze fatte". Nel novembre del 1882, l’Istituto Tecnico Agrario fu intitolato a Giuseppe Garibaldi, da poco scomparso. Nel 1923, l’edificio e parte dell’Orto dell’Istituto furono espropriati a favore della Provincia e successivamente nel 1938, con l’attuazione della riforma Bottai, l’Istituto fu trasferito ed infine definitivamente soppresso. Nel 1939, la proprietà fu venduta dalla Provincia di Napoli all’Istituto Caseario Zootecnico per il Mezzogiorno per la sua attività di ricerca, fino al 1967, quando gran parte del complesso passò all’Istituto Sperimentale per la Frutticoltura di Roma, ente del Ministero dell’Agricoltura. Nel 1999 l’Istituto Sperimentale per la Frutticoltura è entrato a far parte del Consiglio per la Ricerca e la Sperimentazione in Agricoltura (C.R.A.). |
 | Il CRA-FRC si occupa di conservazione, valorizzazione e selezione di varietà di specie frutticole ed agro-industriali (escluso agrumi), con attività prevalente di miglioramento genetico, agronomia e tecniche colturali e studio dei patogeni, con particolare riferimento alla protezione della fertilità dei suoli agricoli, ai meccanismi di interazione patogeno-pianta ospite e gestione fitosanitaria.
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